Nell’ultimo anno, a Roma, sono state raccolte oltre 6.000 tonnellate di indumenti usati: un vero record per la Capitale, che nel 2007 aveva conferito separatamente, sottraendole alla discarica, 2.480 tonnellate di abiti scartati, in un crescendo che ha progressivamente portato a circa il 150% in più di questa speciale raccolta “differenziata”.
Il buon risultato si deve sia alla riorganizzazione del servizio di raccolta decisa dall’Azienda Municipale Ambiente sia alla maggiore collaborazione da parte dei cittadini romani. Ad oggi, per gli indumenti sono posizionati circa 1.500 contenitori di colore giallo (nel 2008 erano appena 504), dislocati in tutto il territorio comunale.
Il prelievo dai contenitori, attualmente, è svolto dall’associazione temporanea di impresa (Ati) Roma Ambiente, composta da due consorzi per cui operano cooperative sociali formate in prevalenza da fasce svantaggiate di lavoratori. La raccolta viene effettuata, da 54 operatori e con appositi furgoni, in media una volta a settimana. AMA monitora periodicamente la regolarità del servizio.
Il materiale, una volta raccolto, viene selezionato negli impianti di recupero e valorizzazione e destinato all’industria tessile che ne ricava pezzame o sottoprodotti (stracci per pulire, bordature, ecc.); una parte, nel caso di indumenti ancora in buono stato, viene igienizzata e avviata nei canali del riuso attraverso i mercatini dell’usato.
“L’attenzione della nostra azienda per un tema così rilevante come quello della raccolta e del riutilizzo degli indumenti usati – dichiara il Presidente di Ama, Piergiorgio Benvenuti – è testimoniata dall’incremento dei contenitori di colore giallo messi a disposizione dei cittadini. I romani, come sempre, hanno dimostrato la loro sensibilità facendo registrare un aumento esponenziale delle tonnellate raccolte, più che raddoppiate nel corso dell’ultimo triennio. Ama – conclude Benvenuti - intende proseguire i propri sforzi nella convinzione che incentivare il riciclo anche degli indumenti usati sia molto importante sia dal punto di vista ambientale che sociale”.